Filosofo e umanista italiano. Studiò a Firenze, poi a Pisa e nuovamente a
Firenze sotto la guida di Jacopo Tignosi. Abbandonò però presto
l'aristotelismo del maestro, attratto dalla filosofia platonica e godette della
protezione di Cosimo de' Medici che gli concesse una villa a Careggi, divenuta
poi luogo di ritrovo degli umanisti e filosofi che avrebbero dato vita
all'Accademia fiorentina. Nel 1473, indossò l'abito sacerdotale, ma la
sua vita di studioso sostanzialmente non si modificò. Gli eventi politici
che fecero seguito alla congiura de' Pazzi (1478) lo turbarono profondamente,
essendo egli legato a entrambe le parti contendenti. In tale occasione
dimostrò tuttavia ancora una volta la mitezza della sua indole,
l'equilibrio e la serenità di giudizio. Queste sue doti si offuscarono
invece nei confronti di G. Savonarola che egli esaltò dapprima come un
santo, poi avversò duramente, accusandolo di eresia. Temperamento incline
alla meditazione,
F. s'inserì spontaneamente nel movimento
umanistico, ma i saldi principi religiosi ai quali era legato lo tennero lontano
dalle tendenze paganeggianti dell'Umanesimo del suo tempo. Studioso di Platone,
che tradusse in latino, e dei maggiori pensatori neoplatonici, si fece assertore
di una perfetta conciliazione tra filosofia classica e religione cristiana. In
tale conciliazione egli vedeva, come la maggior parte degli umanisti, un mezzo
per porre rimedio alla decadenza intellettuale e reale dei suoi tempi. Nella sua
concezione filosofica l'uomo occupa una posizione centrale. Rifacendosi al
neoplatonismo egli divide la realtà in cinque gradi: corpo,
qualità, anima, angeli, Dio. Secondo
F., Dio si rivela non solo
nella Scrittura, ma anche nella natura, sotto forma di armonia e bellezza
intellegibili all'uomo. L'uomo si pone come mediatore tra l'unità divina
e la molteplicità del mondo. L'incarnazione di Dio in Cristo è la
testimonianza della vera essenza dell'uomo. La sua opera di maggior rilievo
è la
Theologia platonica (1474). Tra le altre sue opere,
pubblicate in edizione completa a Basilea nel 1561, si ricordano:
De
Voluptate (1457);
De Christiana religione (1474). Inoltre, il
Liber de vita e il
De Studiosorum sanitate tuenda (Figline
Valdarno 1433 - Careggi, Firenze 1499).